ArcheoFano

ALLA RICERCA DELLA BASILICA DI VITRUVIO

Le origini della città di Fano e il suo preziosissimo patrimonio monumentale, la pianta archeologica della città, il disegno urbano dell’area forense di Fanum Fortunae e la possibile scoperta dei resti della “Basilica di Vitruvio” sono al centro del progetto “ArcheoFano – Vitruvio”, presentato dalla Provincia di Pesaro e Urbino e dall’Università Politecnica delle Marche (Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Architettura – Dicea).

L’interessante iniziativa riunisce, oltre a Provincia e Università, anche la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, il Comune di Fano ed il Centro Studi Vitruviani, tutti soggetti interessati a promuovere la conoscenza e la valorizzazione della componente archeologica del territorio di Fano.

L’operazione avviene attraverso una serie di rilievi e di indagini per aggiornare e definire meglio i confini della pianta urbana, attraverso un “georadar”, una metodologia non invasiva, che, analizzando le riflessioni di onde elettromagnetiche trasmesse nel terreno, permette di rilevare evidenze archeologiche fino a 6/7 metri di profondità. Le indagini svolte finora si sono concentrate nelle aree del chiostro del Monastero Benedettine, in Piazza Avveduti/Piazza Costa e nel giardino interno tra via Nolfi e via Vitruvio.


“Al di là di trovare o no i resti della Basilica di Vitruvio, che comunque sarebbe una scoperta straordinaria sia per la città che per l’intera comunità scientifica, – ha sottolineato Paolo Clini responsabile del progetto sia come Università Politecnica delle Marche che come coordinatore del comitato scientifico del Centro Studi Vitruviani – il progetto porterà in ogni caso risultati positivi che ci permetteranno di ricostruire l’assetto dell’area monumentale fanese.”

L’Università Politecnica delle Marche mette a disposizione delle istituzioni nuove tecnologie e strumentazione all’avanguardia, tra cui il “Gis”, sistema informativo geografico a contenuti archeologici.

Le indagini con il “georadar” si sono svolte nella primavera 2014, di seguito alla ricerca storica d’archivio. 
La convenzione prevede la realizzazione, il coordinamento e la direzione scientifica a cura del Dicea, il sostegno economico della Provincia, la partecipazione alla direzione scientifica e pubblicazione dei risultati da parte della Soprintendenza e la messa a disposizione dei luoghi da parte del Comune di Fano.

Il Centro Studi Vitruviani ha partecipato attivamente fornendo supporto logistico e segreteria, collaborando con il Dicea nella ricerca di fonti archivistiche e realizzazione di indagini e pubblicazioni, avvalendosi anche della collaborazione dell’Università di Urbino attraverso la dottoressa Valeria Purcaro.